Che cosa significa prendersi cura, curare, aver cura, curarsi di qualcuno o di qualcosa? Tutti questi termini fanno riferimento a una dimensione umana fondamentale che è quella della relazione.
Prendersi cura significa riconoscere che esiste altro da me e, anzi, che c’è un altro davanti a me. Ma non basta. Significa anche riconoscere che quell’altro mi interpella, mi chiede qualcosa, magari implicitamente.
Se io mi prendo cura è perché in qualche modo avverto che l’altra persona per me è un appello vivente che sollecita e muove la mia capacità di agire, di pensare, di vivere. Prendersi cura è avere un rapporto non dis-interessato, scoprire che tra me e gli altri c’è un inter-esse, c’è qualcosa. Io so che in realtà il mio successo in quanto persona passa attraverso la relazione. C’è un modo di intendere il nostro compito nel mondo che lo vede come far sì che gli altri stiano bene, rendere il mondo migliore.
Specialmente la malattia, la povertà, l’ignoranza, il disagio, il negativo della vita sono, anche senza bisogno di parole, un appello. Questo appello può provocare o la paura o la commozione; o il fuggire o l’accorrere. E questo fa la differenza tra le persone. Meglio: questo fa la differenza dentro ciascuno di noi. Davanti a chi sta male o fuggiamo o accorriamo. Non ci sono alternative umane. L’indifferenza è la riduzione dell’uomo allo stato vegetale. Allora l’esigenza sempre più urgente è quella di parlare della cura e vivere la cura. Non è optional. La capacità di prendersi cura è qualcosa che è alla radice di ogni atteggiamento positivo nei confronti della realtà.
Per coloro che cercano di essere discepoli di Gesù, la cura dovrebbe essere il segno distintivo della propria vita e delle proprie scelte. Prenderci cura gli uni degli altri. Non sappiamo realmente come siano stati gesti cura di Gesù. Non dovevano essere così evidenti perché molti li vedevano e non ci credevano. Forse più che eventi prodigiosi erano segni e appelli che Egli rivolgeva a ciascuno di noi per spingerci a creare il mondo nuovo, il mondo senza sofferenza. Il miracolo (il gesto) più grande e che tutti possiamo fare, è l’AMORE. Diamoci una mossa!
Nonostante qualche intoppo, continuano gli appuntamenti on line, sulla piattaforma google meet, di seguito il calendario del mese di marzo:
• Giovedì 4 MARZO ore 21 – conversazione con CRISTINA SIMONELLI “Il tempo della donna?”
• Lunedì 8 MARZO ore 21 – conversazione con PIF “Le donne più belle”
• Giovedì 11 MARZO ore 21 – conversazione con PAOLO CURTAZ “Quale conversione?”
• Giovedì 18 MARZO ore 21 – conversazione con ELSA FORNERO “Il nuovo welfare post-pandemia”
• Venerdì 26 MARZO ore 18 – conversazione con ALBERTO MAGGI “Andare oltre, Dio è avanti a noi”
• Lunedì 29 MARZO ore 21 – conversazione con MASSIMO CACCIARI “Le ultime sette parole di Gesù”
159 thoughts on “Per non perderci di vista e per non chiuderci nel nostro piccolo mondo quotidiano…”
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