Tornare a pensare anche la nostra fede o la nostra supposta fede.
Stiamo vivendo tempi in cui per molti l’unico modo per poter credere veramente consisterà sempre più nell’imparare a credere in modo diverso.
Una fede passiva, ereditata e non ripensata, tra le persone colte può finire nell’indifferenza e tra le persone semplici nella superstizione. Per credere in Dio è necessario passare da una fede passiva, infantile, ereditata, a una fede più responsabile e personale.
Nella fede, l’importante non è affermare di credere in Dio, ma sapere in quale Dio si crede. Non c’è nulla di più decisivo dell’idea di Dio che ognuno si fa.
In quale Dio credo?
La fede, d’altra parte, non è una specie di “capitale” che riceviamo nel battesimo e di cui possiamo disporre per il resto della vita.
La fede è un atteggiamento vivo che ci mantiene attenti a Dio, aperti ogni giorno al suo mistero di vicinanza e amore per ogni essere umano.
Il percorso spirituale e culturale sulla FEDE CRITICA e spunti filosofici sull’esperienza religiosa che ci viene proposto dall’UNITA’ PASTORALE “SAN MARTINO DI VENEZZE E BEVERARE” vuole essere un piccolo contributo a riflettere e a pensare la nostra fede.
Una proposta per chi non crede o non sopporta più prediche e catechismi tradizionali.Per chi crede nel Dio di Gesù, ma avverte che il linguaggio utilizzato dalla Chiesa non dice più nulla alle donne e agli uomini d’oggi, perchè nei suoi concetti, simboli e parole è ancora presente l’eredità della cultura medievale, quindi di una visione del mondo e della società irrimediabilmente passate.
Ormai non basta appartenere più o meno passivamente a una Chiesa. Non è più sufficiente la supposta adesione a un insieme di verità religiose trasmesse dalla tradizione. E’ sempre più inattuabile vivere la fede come un’eredità culturale o un costume sociale. In futuro, per essere creduti, ognuno dovrà fare la propria esperienza e scoprire di portare nel cuore”un mistero più grande di lui”.