TRE SERATE dedicate alla MEMORIA, come àncora di salvezza e all’unità dei cristiani.

L’ultima settimana del mese di gennaio ricorrono abitualmente due date che riteniamo molto importanti:
la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, e la giornata della memoria in ricordo della Shoah.
A questi eventi, quindi, abbiamo pensato di dedicare tre serate le quali, a causa della situazione contingente, ritornano on line.
Non appena disponibile, sulla pagina degli eventi del nostro sito sarà pubblicato il link al quale fare riferimento per partecipare agli incontri  che di seguito elenchiamo (sarà anche inviata una news letter con il link di riferimento):
• Lunedì 24 GENNAIO 2022 ore 21 online incontro con MICHELE NICOLETTI
Professore di Filosofia politica, Università di Trento, già presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa
DALLA PARTE DELLE PERSONE ricordando DAVID MARIA SASSOLI

La storia umana, il rispetto, l’amore, la pietà come cardini del suo impegno teso al sogno di un’EUROPA unita nella diversità da amare e da gustare.

• Martedì 25 GENNAIO 2022 ore 21 online incontro con MASSIMO NOVELLI, giornalista e scrittore
Presentazione del libro: L’ULTIMA NOTA. MUSICA E MUSICISTI NEI LAGER NAZISTI, scritto da ROBERTO FRANCHINI

“Da bambino volevo guarire i ciliegi
Quando rossi di frutti li credevo feriti
La salute per me li aveva lasciati
Coi fiori di neve che avevan perduti
Un sogno, fu un sogno ma non durò poco
Per questo giurai che avrei fatto il dottore
E non per un dio, ma nemmeno per gioco
Perché i ciliegi tornassero in fiore
Perché i ciliegi tornassero in fiore

(Antologia di Spoon River)

La persona si definisce all’interno del DARSI, nella relazione con l’altro. Tutti siano chiamati all’esame della nostra responsabilità individuale nei confronti dello Stato. Affinchè nessuno si senta esentato, e nessuno si senta escluso.

• Mercoledì 26 GENNAIO 2022 ore 21 online incontro con LIDIA MAGGI, pastora valdese
sul tema: L’ASSORDANTE SILENZIO DELLA DONNA, NELLA CHIESA.

Infine dal Pastore valdese Paolo Ricca riceviamo una riflessione sulla importanza del dialogo ecumenico, che di seguito riportiamo:
Don Giuliano mi ha chiesto di dire in poche parole qual è l’importanza del dialogo ecumenico. È un tema talmente importante che richiederebbe un lungo discorso. Ma la brevità richiesta mi impone di affrontare due sole questioni: la prima è: Perché il dialogo ecumenico è così importante ? La seconda è: Come si può realizzare già ora l’unità cristiana ?

1. Il dialogo ecumenico è importante anzitutto perché è un invito di Gesù contenuto nell’ultima preghiera da lui rivolta a Dio: «Che tutti i suoi discepoli siano uno» (Giovanni 17,21). Oggi ancora non lo siamo, ma possiamo diventarlo, e il dialogo è il mezzo principale e indispensabile attraverso il quale ci si può avvicinare gli uni agli altri, ci si può conoscere e riconoscere come cristiani, si può fraternizzare e costruire insieme una comunione il cui fondamento e alimento è la comune fede in Gesù. In fondo, a ben guardare, l’unità cristiana esiste già perché, come dice l’apostolo Paolo, tutti i cristiani sono già ora uniti in Cristo. Infatti, nella comunità cristiana «non c’è Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina, perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù» (Galati 3,28). Il dialogo ecumenico non deve dunque creare l’unita cristiana, ma manifestarla. Il dialogo, che significa incontro, vicinanza e ascolto reciproco è la via maestra per avanzare verso la manifestazione dell’unità Le divisioni sono antiche: quella tra le chiese d’Occidente (Cattolici e Protestanti o Evangelici) e quelle d’Oriente (Ortodosse) dura da mille anni; quella tra Cattolici e Protestanti dura da 500 anni. In questi lunghi secoli ci siamo abituati a vivere da soli, come se fossimo gli unici cristiani al mondo e come se l’unico cristianesimo possibile fosse il nostro. I discorsi delle diverse chiese sono diventati tanti monologhi. Il secondo motivo di importante del dialogo ecumenico è che, grazie ad esso, noi scopriamo l’altro cristiano, diverso da noi, la sua storia, la sua spiritualità, il suo modo di interpretare e vivere la fede cristiana; scopriamo così che la Chiesa è una comunità molto più grande della nostra, che abbiamo nel mondo molti fratelli e sorelle nella fede che non conoscevamo, ma che ora, tramite il dialogo, ci diventano familiari: è con loro, ora, che desideriamo vivere la nostra fede e rendere la nostra testimonianza. Non vogliamo più essere cristiani da soli, non vogliamo più essere una Chiesa del monologo, vogliamo essere Chiesa del dialogo.

2. Come si può manifestare oggi l’unità cristiana, o frammenti di essa ? Indicherò cinque piste da percorrere che portano alla manifestazione dell’unità cristiana. (1) La prima pista è l’incontro. La Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani è un’ottima occasione per avviare ogni tipo di incontro con uno o più rappresentanti di altre chiese o confessioni religiose cristiane. Un dialogo, per essere vero, esige la presenza di un interlocutore. Se lui manca, non si ha un dialogo, ma un monologo. Incontrarsi personalmente è la prima cosa, il primo passo, quello decisivo. Dai libri si possono imparare tante cose, ma ogni persona è, per così dire un libro vivente, e nulla può sostituire la sua presenza. (2) La seconda pista è la conoscenza, non solo della persona dell’altro cristiano, del cristiano diverso da noi, ma anche e soprattutto della sua fede (come è nata e si è sviluppata) e della sua vita cristiana (come la intende e la mette in pratica). Solo conoscendo gli altri è possibile capirli. E comprendendo gli altri è possibile capire le ragioni per le quali essi sono diversi da noi e noi siamo diversi da loro. E insieme alle ragioni delle diversità, possiamo anche apprezzare il loro valore. Il cristianesimo è nato con tante diversità: basti pensare al fatto che i Vangeli sono quattro, e non uno solo, anche se raccontano tutti la stessa storia, quella di Gesù. La diversità arricchisce, ma la divisione impoverisce. Bisogna superare le divisioni salvaguardando le diversità. (3) La terza pista è l’ascolto comune, insieme, della Parola di Dio e mettere insieme e a confronto le diverse interpretazioni che se ne possono dare. Questa è la cosa fondamentale proprio perché pone il fondamento della fede comune, che è fondata, appunto, sulla Parola di Dio. La Chiesa non ha altra sapienza né conoscenza che quella della Parola divina, che è già ora il vincolo principale che unisce tutte le Chiese perché tutte la ricevono come parola divina, e non umana, benché scritta da uomini. L’ascolto comune della Parola di Dio che ci parla e ci chiama attraverso le pagine della Bibbia è il momento più alto della comunione tra cristiani che si possa realizzare. (4) La quarta pista è la preghiera comune. Tutte le cose di Dio sono doni suoi, non conquiste nostre. Le riceviamo chiedendole insieme nella preghiera. Anche Gesù ha chiesto in preghiera al Padre di unire i cristiani e le cristiane in un’unica comunità. Bisognerebbe però pregare di più, non moltiplicando le parole, ma le occasioni. Una settimana di preghiera è benvenuta e certamente benedetta, ma passa presto. La preghiera per l’unità dev’essere costante, permanente. (5) C’è infine una quinta pista: l’ospitalità eucaristica, che non è autorizzata dalle Autorità ecclesiastiche, ma è praticata da molte Chiese e da tante singole comunità. L’ospitalità è questa: ogni comunità parrocchiale è aperta a ospitare cristiani di altre Chiese che desiderano partecipare alla sua liturgia eucaristica. E ogni membro di quella comunità è disposto e desideroso di partecipare alla liturgia eucaristica di chiese diverse dalla sua. Si tratta di accoglienza e ospitalità. Molti cristiani la predicano. E’ un segno di speranza e una promessa per il futuro.

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