“Salviamo il Natale” ripetono le televisioni e la pubblicità di fronte all’avanzare della pandemia, che metterebbe in crisi il Natale.
Ma quale Natale?
Questa civiltà minacciata di morte, ci induce a meditare sul destino dell’uomo e a sentire il tempo, l’effimero, in relazione con l’eterno. La nostra religiosità tradizionale, quella che aspetta anche il Natale, sta per non accorgersi più di attendere Qualcuno.
Quel Qualcuno viene ridicolizzato con i regali di un vecchio vestito di rosso e con la barba bianca. Ecco il salviamo il Natale!
Nell’estrema inquietudine dei nostri giorni, tra perplessità, angoscia, spavento per la nostra sorte, ecco che appare il vuoto: il sentimento dell’orrore di un mondo privo di Dio. E intorno a noi e dentro di noi, l’indifferenza. Ci siamo improvvisamente gelati, senza più l’energia della vita che si muove verso un AVVENIRE; il futuro è quello sterile della finanza che decide le sorti del mondo. Ci può salvare dalla insensatezza del vivere così inteso, la prospettiva di un Dio, non più onnipotente, fuori dal mondo nel suo isolamento di osservatore-giudice delle nostre vicende, ma un Dio inteso come RELAZIONE AMOROSA. Non più un Dio lassù, ma il Dio di Gesù Cristo che supera tutte le nostre chiusure nella reciprocità dell’amore. Da Lui possiamo aspettarci e attendere un nuovo disegno d’amore che non sia collegato alla nostra ambizione di primeggiare, ma che esprima il piacere e la libertà di donare, di amare l’altra persona e di sentirne l’intimità e la vicinanza.
Questo è il NATALE: DIO CON NOI.
Mentre dilaga l’ottimismo della finanza che divora le case degli orfani e delle vedove – come dice il Vangelo – ritorna in campo il VANGELO come apertura alla speranza di una rinascita oltre la disperazione, oltre la pandemia, oltre la corruzione della democrazia dove il popolo è oggetto e non soggetto di decisioni. Allora quando rivedremo questo BAMBINO nel presepio, sarà come rivedere una persona molto cara, dopo una lunga separazione. Non sono importanti le parole che ci scambieremo; quello che importa sarà il suono della sua voce che ci assicura la PRESENZA di Dio con noi. Stare al mondo significa dare un senso alla propria vita. Sentirsi vivi. La vita è troppo corta per essere piccola! Forse nei giorni del Natale, vale la pena stare un po’ in silenzio, respirare a lungo e chiederci:
“ COME STO? COSA MI STA DICENDO LA VITA ADESSO? COME MI PRENDO CURA DEGLI ALTRI? E DEL BUON DIO?
Ci salutiamo e ci auguriamo un Buon Natale con le parole del poeta FERNANDO PESSOA:
VALEU? TUDO VALE A PENA SE A ALMA NAÒ È PEQUENA (Ne valse la pena? Tutto val la pena Se l’anima non è piccina).
N.B. Riprendiamoci la vita, attraverso la riscoperta del Natale!
don Giuliano e padre Waldech