Incontrarsi, riflettere e pensare insieme; valutare insieme ciò che vale la pena fare e ciò che è meglio tralasciare e lasciar perdere; cercare un senso alla propria vita, avvicinarci a ciò che è veramente la felicità.
E che cosa può essere la felicità per un uomo e per una donna, se non accorgersi che la vita è un dono e non un peso?
Per questo gli uomini e le donne del nostro tempo si lamentano in modo pietoso del peso della vita: non abbiamo niente di “ ultimo” a cui dedicarci, niente di infinito per cui assumerci delle responsabilità; niente che ci trascenda in modo da poter essere davvero coraggiosi. Non abbiamo che noi stessi e i nostri oggetti di consumo, luccicanti e distraenti; alcune (poche) persone amate che stringiamo a noi con un certo affanno; la durata della nostra vita; la nostra pensione, il nostro posto in una catena di cose puramente biologiche e finanziarie.
Siamo sfidati a ritrovare la porta stretta, come ci insegna Gesù nel Vangelo di Luca. La porta stretta è un simbolo. Quale può essere il significato?
Forse Gesù non invita ad una vita di rinuncia, di sofferenza, come è stata l’interpretazione più consueta, ma in questa espressione c’è una pregnante sollecitazione ad avere una mentalità diversa, ad aprirsi a un pensiero altrimenti. Il discepolo di Gesù è uno che non si uniforma alla massa, alla via “larga “, al modo di pensare di tutti, ma che coltiva un pensiero critico che si domanda il perché. Tutti sanno che il pensare diversamente costa fatica, occorre formarsi un pensiero proprio, vuol dire andare controcorrente, incontrare il dissenso. Essere veramente uomini e donne liberi e coraggiosi vuol dire passare per la porta stretta, avere il coraggio delle proprie idee e vivere con la schiena dritta, anche di fronte ai dettami di qualsiasi genere.
Scrive il filosofo Baruch Spinoza: “ Io credo che mettere in dubbio non sia una malattia. La cieca obbedienza che non dubita è la vera malattia.” Come cristiani siamo chiamati a riconoscere che ogni religione e ogni cultura sono delle vie. Nessuna religione può ritenersi l’unica via del Regno. Vivere la propria religione è importante, ma la religione è un incontro di persone che si mettono insieme per cercare la verità e che si interrogano su come viverla. Sono persone che si mettono insieme per incoraggiarsi e sostenersi nel rispondere alle nuove domande e per vivere un’etica di solidarietà. La religione è un luogo dove camminare per tentare di conoscere il pensiero di Dio e per sollecitarci a viverlo: pensiero che si esprime nell’amore che è mettere al centro l’altro. Ma non possiamo chiuderci dentro la nostra religione, perché Dio ha parlato e parla in tutte le religioni e in tutte le culture. È doveroso coltivare l’impegno di conoscere la propria religione e di viverne i messaggi, ma dovrebbe insediarsi in noi il desiderio di avvicinare le altre religioni per accogliere la voce di Dio presente in esse. Possiamo pretendere di conoscere Dio che è immenso e incontenibile senza camminare insieme con tutti gli altri uomini e donne dell’oriente e dell’occidente, del settentrione e del mezzogiorno nelle cui voci e aspirazioni Dio continua a svelarsi?
Il percorso che anche in quest’anno pastorale 2019- 2020, cercheremo di fare come Unità Pastorale di San Martino di Venezze e Beverare, vuole essere un invito a scoprire e ritrovare, con modalità diverse, a seconda dell’età e della sensibilità, l’arte e la bellezza dell’apprendimento, dell’imparare. Non c’è niente di più naturale dell’apprendimento. Esso è per la mente ciò che il cibo è per il corpo. Avviene ogni giorno. Può essere divertente e delizioso, ma è anche una necessità. Infatti la nostra mente si chiude, la nostra anima si inaridisce e il nostro cuore avvizzisce se ci viene negata la possibilità di imparare, proprio come il nostro corpo si spegne se gli viene negato il nutrimento necessario del cibo.
Abraham Heschel ha detto: “ Non è vero che imparare serve a vivere, perché imparare è vivere”.
Questo significa che quando smettiamo di imparare smettiamo di vivere. Essere vivi significa imparare. Mettiamoci in cammino…… spalanchiamo la nostra vita a tutto ciò che di bello, vero e buono possiamo incontrare. Camminare è come respirare. Non se ne può fare a meno. Che gli incontri in programma per quest’anno pastorale 2019 – 2020, siano degli stimoli per aprire gli occhi e guardarci dentro e attorno con la voglia di essere persone libere e pensanti.
Diventare vivi dovrebbe essere la nostra grande preoccupazione!
Don Giuliano
Per aiutarci in questo compito presentiamo gli incontri programmati fino a tutto settembre:
• SABATO 31 AGOSTO 2019
ore 21 c/o FORUM SAN MARTINO in piazzale Pertini
“LA CONTINUA NOVITA’ DEL VIVERE”
serata di conversazione con
don LUIGI BETTAZZI, vescovo emerito di Ivrea
LORENZA CARLASSARE, costituzionalista, Padova
PAOLO RICCA, pastore valdese, Roma
coordina l’incontro: don ALBINO BIZZOTTO, Beati i costruttori di pace, Padova
• DOMENICA 1 SETTEMBRE 2019
ore 21 FORUM SAN MARTINO in piazzale Pertini.
“I MIGRANTI SIAMO NOI”
serata di parole e musica con GUALTIERO BERTELLI e EDOARDO PITTALIS
• GIOVEDI’ 5 SETTEMBRE 2019
ore 21 c/o FORUM SAN MARTINO in piazzale Pertini.
serata con ASTUTILLO MALGIOGLIO, ex-portiere ed educatore
coordina l’incontro FURIO ZARA, giornalista della DOMENICA SPORTIVA
• GIOVEDI’ 12 SETTEMBRE 2019
ore 21 presso CENTRO CASA (ex – Scuola Elementare) in località BEVERARE frazione di San Martino
presentazione del libro
“ LA SOLITUDINE DI PAPA FRANCESCO” di MARCO POLITI
sarà presente l’autore
• SABATO 14 SETTEMBRE 2019
ore 21 Chiesa Parrocchiale di Beverare
CONCERTO DI MUSICA CLASSICA
con il maestro LUCA SIMONCINI e il suo gruppo
• MARTEDI’ 17 SETTEMBRE 2019
ore 21 presso CENTRO CASA (ex – Scuola Elementare) in località BEVERARE frazione di San Martino
presentazione del libro
“ OSA SAPERE” di IVANO DIONIGI
sarà presente l’autore
• GIOVEDI’ 26 SETTEMBRE 2019
ore 21 presso CENTRO CASA (ex – Scuola Elementare) in località BEVERARE frazione di San Martino
presentazione del libro
“ IL GESTO DI ALMIRANTE E BERLINGUER – la nostalgia di una politica nobile” di ANTONIO PADELLARO
sarà presente l’autore