Il tempo di Quaresima rappresenta una opportunità per i cristiani per riflettere sul senso e la serietà della loro vita alla luce della parola e della passione/risurrezione di Gesù. Per questo è anche tempo di conversione, di passaggio dalla superficialità di una esistenza centrata sulla ricerca del piacere del momento ad uno stile di vita sobrio e dedito alla ricerca dell’essenziale. Sarebbe interessante fare un sondaggio di opinione nelle nostre comunità cristiane per verificare come la coscienza popolare intende la Quaresima: “ tempo di magro al venerdì; occasione di rinuncia alle sigarette o ai dolci; momento per la via crucis “potrebbero essere le risposte più diffuse. I più raffinati potrebbero forse dire: “tempo di conversione”. Sì, tempo di conversione, e la prima conversione da fare riguarda proprio il senso della Quaresima. Cosa se ne fa, infatti, Dio di un pacchetto di sigarette in meno o di una scatoletta di tonno al posto della bistecca? Cambiare mentalità sulla Quaresima significa restituirle il suo vero senso, che è teologico: è il tempo graziato, è l’occasione in cui Dio rimette le cose a posto! Se lui si impegna in questa impresa, anche tu, creatura, rimetti a posto le cose della tua vita! Il che vuol dire: ritorna a Dio, a pensare a Dio come Dio, a parlare a Dio come Dio, ad agire con Dio come Dio fa con te, ritorna a fargli spazio vitale. La Quaresima non è il tempo per sostituire esercizi ginnici con esercizi ascetici ( con i primi ne gioverebbe la linea o il tasso di colesterolo), è il tempo in cui Dio ritorna ad essere Signore – cosa che dovrebbe accadere sempre, ma accade assai poco – e se Dio ritorna ad essere Signore della vita cambiano molte cose: la prima comunicazione, il primo dialogo, non è quello del TG del mattino, ma lui; la prima attenzione non è per le cose o le strutture, ma per le persone; il trascurare cose per lui, esige il profumo, non la mestizia. La Quaresima dovrebbe e potrebbe diventare tempo per rendere gloria a Dio, smettendo di rendere gloria a se stessi e al “ pubblico” che sempre scruta e commenta, in una affannosa ricerca di immagine, di compiacimento, di divertimento. Ad una cultura imperniata sul divertimento, sui soldi e sul culto di sé, la Quaresima offre la preghiera, la carità e la sobrietà come medicina per disintossicarsi e ritornare a rendere gloria a Dio, in adesione filiale a lui, abbandonando la condizione di “ atei praticanti”, per abbracciare la condizione di “ figli viventi” per lui, con lui ed in lui, senza dimenticare che la “ gloria di Dio è l’uomo vivente”, secondo la bella immagine di Ireneo di Lione. Siamo invitati a vivere la Quaresima attraverso gesti comunitari profetici che ogni persona o gruppo possono individuare e poi realizzare. Gesti di servizio, di perdono, di solidarietà, di generosità attraverso i quali sperimentare un cammino di conversione che dovrebbe diventare un cammino di gioia. Ecco allora la Quaresima come la grande stagione della fede, la primavera della fede, non in termini folcloristici, ma in termini di adesione vitale. Affidarsi a Dio può dare speranza anche nei momenti più oscuri. Ciò che veramente vale nella vita è, in particolare, la carità e la solidarietà, che impediscono il ripiegamento su se stessi e rendono capaci di costruire in noi una umanità accogliente e riconciliata.
Buona Quaresima
don Giuliano e
don Stefano